Dopo oltre 30 anni di carriera possiamo dire di aver visto passare tanta acqua davanti alle nostre prue.
Abbiamo subito come spettatori mutamenti epocali nel mondo dello yachting, affrontato crisi, superato pandemie, ma più che altro ciò che è quanto mai evidente è che si tratta di un mondo profondamente cambiato probabilmente anche a causa di questi shock. Non spetta certo a me evidenziare tutto questo in quanto autorevoli giornalisti e direttori di testate specializzate sistematicamente negli anni hanno riportato tale cambiamento, ma se è mutato il mercato, sono diverse le barche e vi sono nuove esigenze, non possiamo non pensare che in realtà sono cambiate le persone.
L’utenza oggi è certamente diversa, il cambio generazionale del diportista, di qualsiasi metratura, è innegabile, probabilmente si sta creando una sempre maggiore spaccatura tra il mondo delle barche normali, in sofferenza, ed il dorato emisfero dei superyacht che invece sembra andare a gonfie vele. Svolgendo la mia professione in maniera quasi esclusiva dedicata a questo bel mondo di giocattoli, non posso non registrare, così confermato da diversi altri professionisti quali broker, periti, designer ed agenti marittimi, che sono cambiate appunto le persone e quindi anche il diportista.
Non è questa la sede per evidenziare un generale declassamento socioculturale della nuova utenza, di grandi e piccole barche, ma intendo invece soffermarmi sulle professionalità e sulle nuove rotte che dovranno essere intraprese da questi operatori e specialisti del terzo millennio. Così come chi vende barche si è dovuto adeguare ad un mercato che passa inevitabilmente sul mondo di internet e dei suoi portali di vendita che ne consentono una visibilità globale, come del resto l’attività peritale che oggi si avvale di strumenti informatici estremamente sofisticati, anche la professione legale nel mondo dello yachting è profondamente cambiata.
Quando alla fine degli anni novanta iniziai a curare la presente rubrica, promuovendo tra i primi in Italia questa lussuosa branca del diritto marittimo, la Yachting Law, venni in alcuni casi anche deriso da colleghi che non riuscivano ad intuirne i confini ed anche i numeri.
Oggi invece tale dicitura anglosassone è presente all’interno di numerosi siti internet di studi legali più o meno conosciuti. Probabilmente non mi sbagliavo. La mia, in realtà, non può essere che una constatazione estremamente positiva di un mercato legale che evidentemente è maturato verso un nuovo mondo di certo prima non ancora classificato.
Se da una parte la pandemia ha dato una incredibile accelerazione allo svecchiamento della professione legale in generale, il processo telematico ha svuotato i tribunali, i clienti orami di rado vengono fisicamente a studio perché la videoconferenza è semplicemente più pratica, i documenti si inviano via mail e possono anche essere firmati digitalmente, tuttavia in determinati casi l’importanza della conoscenza de visu non può certo essere messa in discussione.
Mi è capitato nello scorso mese di aprile di essere relatore ad un convegno per un’associazione internazionale di yachting a Nizza, e certamente la presenza fisica di un legale in sala a cui rivolgere le domande e percepirne il pensiero attraverso lo sguardo, ha avuto di sicuro tutt’altra valenza. In queste settimane, mai come prima sono in calendario convegni di yachting dove vi è quasi sempre anche un avvocato, che si parli di rinnovi delle concessioni demaniali per cantieri e porti turistici, di contratti di arruolamento, di yacht design, di nuove costruzioni, di charter o di problematiche fiscali legate sempre al mondo dello yachting. Tutto questo dimostra che il comparto nautico, sì perché da qualche anno si usa anche questo termine di classificazione merceologica, se da un punto di vista economico nella fascia medio piccola è in difficoltà, non lo è certamente sotto il profilo intellettuale.
Bene così. Tutto questo dimostra che quella particolare branca del diritto marittimo, Yachting Law, una volta snobbata, oggi ha creato lavoro e vi sono al suo interno diverse sotto specializzazioni. Tanti colleghi e colleghe oggi lavorano in questo mondo, ed ognuno di questi ha specifiche competenze in varie branche: dal diritto demaniale alla contrattualistica internazionale così come in ambito giuslavoristico piuttosto che in ambito fiscale, materia a cui viene dedicata una guida a cadenza annuale a testimonianza della vivacità della materia.
E’ quindi mio dovere mandare un messaggio ai giovani che desiderano intraprendere questa professione, si tratta di un lavoro nobilissimo ma che non può non passare per alcune irrinunciabili certezze; una forte passione, una perfetta conoscenza della lingua inglese, la consapevolezza che non si può sapere tutto.
Pertanto, sarà necessario che ognuno trovi una branca del diritto applicata allo yachting di cui bisognerà esserne molto appassionati ma anche dei profondi conoscitori della materia. A queste condizioni mi sento di dover lanciare un messaggio positivo per le nuove generazioni, poiché seppure la professione sia diventata molto difficile, altrettanto difficile sarà sempre trovare un vero specialista, e sono certo che questa particolare preparazione sarà sempre premiata.