Il sinistro che ha visto coinvolto lo Yacht Bayesian e che ormai da due settimane risulta un argomento alla massima attenzione dei media certamente merita di un approfondimento all’interno della rubrica. Dobbiamo tuttavia fare una premessa considerando che il presente articolo viene scritto nei primi giorni di settembre al fine di essere pubblicato sul numero di Nautica in uscita per il Salone Nautico di Genova che come noto inizia tra due settimane. Ne consegue che le riflessioni che siamo in grado di fare in questi giorni possono essere in coerenza con lo stato dei fatti e delle prime risultanze delle indagini ad oggi note da parte delle diverse autorità coinvolte.
Per abitudine non ho mai dato giudizi senza avere certezze, tantomeno sono nelle condizioni di fare delle conclusioni sull’operato dei soggetti coinvolti, ciò spetta alle Autorità che hanno tutti gli strumenti tecnologici per arrivare all’esatta ricostruzione dei fatti e trarne quindi le definitive conseguenze di carattere formale.
In questi giorni ho letto articoli e visto alcune trasmissioni che hanno ospitato esperti in materia, i quali hanno dato in alcuni casi dei contributi importanti da un punto di vista tecnico ingegneristico richiamando anche quei principi cardine dell’arte marinaresca. L’idea che mi sono fatto è che questa tragedia rappresenterà probabilmente negli anni avvenire un caso di scuola. E lo sarà non soltanto per gli equipaggi, ma anche per i progettisti e costruttori, gli enti di classifica, gli assicuratori, gli avvocati e gli studenti di diversi corsi di laurea.
La storia del diritto marittimo internazionale ci insegna, e questo sono solito raccontare ai miei studenti durante le lezioni, che le grandi tragedie del mare sono sempre state lo spunto per la creazione delle più importanti convenzioni marittime internazionali dell’IMO. La tragedia del Titanic fu foriera per la creazione della convenzione SOLAS, i naufragi della grandi petroliere per la MARPOL sull’inquinamento marino, e così tante altre negli ultimi cento anni hanno determinato, grazie anche all’evoluzione della tecnologia, un’importante traguardo che poi è l’obiettivo dell’Organizzazione Marittima Internazionale, l’IMO, che come ricordiamo è: “L’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite responsabile della sicurezza della navigazione e della prevenzione dell’inquinamento marino”. Non possiamo poi dimenticare che la tragedia della Costa Concordia è stata a sua volta motivo di analisi e riflessione sempre in sede IMO sulla effettiva efficacia della convenzione STCW, relativa agli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia dei marittimi. In particolare, ricordiamo che dalla relativa inchiesta emerse sulla base delle numerose testimonianze una non perfetta preparazione da parte dell’equipaggio nella gestione dell’emergenza e della procedura di abbandono nave.
Tornando all’affondamento del Bayesian, le cui indagini si stanno svolgendo giustamente con la massima discrezione, un elemento utile e che deve essere motivo di riflessione è il fatto che l’Autorità Giudiziaria la scorsa settimana ha ampliato la lista degli indagati, iscrivendo oltre il comandante anche il direttore di macchina e il marinaio che era di guardia. E’ evidente che tale decisione scaturisca oltre che dalle testimonianze raccolte dai superstiti, anche dagli interventi dei sommozzatori e dai filmati acquisiti dai robot subacquei utilizzati per la ricerca delle vittime. Pertanto, lo scenario che si prospetta nelle prossime settimane, è che si possa effettuare il recupero del relitto con rapidità, anche per scongiurare il rischio di inquinamento dovuto alla fuoriuscita del carburante presente nei serbatoi e di altre sostanze nocive.
Certamente poi le polizze di assicurazione sottoscritte per uno yacht di tali dimensioni e valore prevedono le estensioni di copertura per le operazioni di recupero del relitto nonché per l’eventuale danno ambientale, ma i problemi saranno anche altri. Sarà necessaria una analitica ricostruzione dei fatti, ciò che poteva essere eseguito attivando le procedure di sicurezza secondo dei protocolli certamente esistenti, e la effettiva prevedibilità dell’evento meteo estremo in termini temporali, tenendo naturalmente presente la sofisticata strumentazione elettronica presente a bordo.
Saranno di conseguenza necessari diversi supporti peritali, di diversa natura, per una esatta ricostruzione della dinamica. Significativa poi è la notizia che il MAIB, l’organismo per le investigazioni marittime britannico, abbia immediatamente inviato sul posto i propri tecnici, i quali in virtù del fatto che è stato coinvolto uno yacht iscritto nei propri registri, sono tenuti ad analizzare le cause del sinistro per un fine preventivo di futuri accadimenti similari.
Quanto detto evidenzia una moltitudine di fattispecie meritevoli di approfondimento, e per questo motivo torneremo sul caso nel prossimo numero della rubrica, analizzando l’evoluzione degli eventi e le risultanze che emergeranno.